Nocellara del Belice

NOCELLARA DEL BELICE

Non potevamo fare a meno di dedicare un piccolo spazio del sito alla nostra linfa di vita, la pianta che ci ha reso quello che siamo oggi: l’Olivo. In particolare la varietà Nocellara del Belice.

Un cenno di Storia 

Le origini della Nocellara del Belice sono antichissime. È la principale risorsa economica della Valle, lo è sin dall'insediamento delle prime popolazioni e dalla nascita di Selinunte, dove gli abitanti lo producevano, come dimostrano le macine rinvenute vicino al Tempio E, risalenti al V secolo a.C. Selinunte.

L'olivo era diventato una coltura primaria della Valle del Belice, già nel 1600; a partire dal 1700 si è evoluto un ecotipo che nel corso dei secoli successivi ha dato origine ad una delle più note cultivar italiane, sino ad arrivare nei primi del 1900 quando il bisnonno Vito dopo aver acquistato un appezzamento di terreno s’innamoro di quest’oliva e ne fece una ragione di vita, creando cosi una poesia che dura ormai da più di 100 anni.

Gli ulivi della Nocellara del Belice

La Nocellara del Belice è l’unica oliva italiana tra le oltre 550 varietà che si distingue per ben due riconoscimenti D.O.P., da olio e da mensa. La pianta ha una chioma voluminosa e di modesto sviluppo con un portamento pendulo dei rami. Le foglie hanno una forma lanceolata, sono grandi e di colore verde. Ogni anno noi agricoltori provvediamo alla potatura della pianta e così nel corso degli anni la pianta assume un’altezza massima di 4 metri ed una forma di vaso rovesciato.

La drupa ha una forma sferica e piuttosto simmetrica e risultano di grandi dimensioni, tra le più grandi olive di tutta la Sicilia. Anche il peso di questa oliva è piuttosto importante. Si va infatti dai 4 ai 8 grammi per ogni singola oliva. Il colore è un bel verde intenso, spesso punteggiato da lenticelle, poco numerose ma ben visibili. Tra il nocciolo e la polpa c’è un rapporto eccellente. La polpa inoltre risulta in possesso di una consistenza di alto livello, che la rende un’oliva ideale anche per essere consumata a tavola, oltre che per la produzione di olio.

La raccolta 

La raccolta ha luogo dalla fine del mese di settembre a quella di ottobre. Ancora oggi viene effettuata del tutto a mano, senza reti sottostanti agli alberi d’olivo ma con delle imbracature con appositi contenitori proprio come accadeva un tempo, proprio come tradizione vuole. Non si tratta solo di un modo per continuare a portare avanti le antiche tradizioni, ma è di un atto di rispetto nei confronti dell’olivo, poiché non arrechiamo danni alla pianta con i vari strumenti (vibratori, abbacchiatori, spazzolatori ecc..) e anche oliva stessa. Sì, perché raccogliendo le olive del tutto a mano, si ha la possibilità di preservare l’integrità del frutto evitando così il processo di fermentazione o l’ossidazione della drupa. Preservando la sua integrità è possibile far sì che il frutto mantenga intatte le sue proprietà organolettiche e il suo sapore resti intenso. Durante la raccolta, le olive sono inserite in apposite cassette forate, in questo modo è possibile preservare l’integrità del frutto in modo impeccabile anche durante il trasporto.

Molitura 

I frutti vengono portati al frantoio pochissime ore dopo essere stati raccolti, iniziando così il processo della molitura. Le olive vengono lavate accuratamente, ripulendole da polvere, terra e residui organici che naturalmente si depositano nel corso dei mesi. Successivamente passa attraverso un frangitore metallico, costituito da un organo munito di martelli o coltelli che ruota all’interno di una scatola cilindrica dotata di griglia forata, attraverso la quale fuoriesce la pasta formatasi. Seguito dalla gramolatura, una delle fasi più importanti, che consiste nel macinare le olive in maniera omogenea, prestando particolare attenzione alla temperatura (che non deve superare mai i 27°C). Infatti, l’olio extra vergine è estratto a freddo.

Dalla gramola, la pasta passa all’interno di una macchina di tipo orizzontale, detta Decanter, che lavora separando la parte liquida dalla solida, sfruttando la forza centrifuga che accentua la differenza tra i diversi pesi specifici.

L’olio estratto viene poi stoccato in silos di acciaio inox a temperatura controllata con l’aggiunta di ARGON (un gas nobile che deriva dal mondo del vino, mantiene integre le caratteristiche qualitative e organolettiche perché evita il processo di ossidazione a contatto con l’ossigeno) e fatto decantare naturalmente fino al momento dell’imbottigliamento.

Aspetti organolettici 

L'olio ottenuto dalla spremitura di queste olive ha generalmente una colorazione che può andare dal verde intenso al giallo ed un'acidità molto bassa, che si mantiene costantemente al di sotto dello 0,3%. All'olfatto, si presenta con un fruttato di oliva di media intensità accompagnato da note di mandorla, pomodoro verde, erba tagliata, carciofo e talvolta di erbe aromatiche. Il sapore è fruttato, appena lievemente amaro e piccante con un retrogusto di mandorla, ineguagliabile e pregiatissimo al palato. Il leggero pizzicore che si avverte durante la deglutizione non deve essere considerato un difetto, ma una caratteristica di pregio dell’olio Nocellara, specie se appena prodotto.

Sei sicuro che l' olio extravergine d’oliva sia un tuo nemico? 

No, anzi tutto il contrario. Olio extravergine di oliva ha delle proprietà davvero eccezionali, specialmente quello della Nocellara del Belice perché è ricca di polifenoli, utili per ridurre il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari. I polifenoli sono degli antiossidanti, sostanze che fa bene sia all’ olio stesso perché lo aiuta durante la propria conservazione e all’ uomo perché consente di mantenere il proprio organismo più giovane a lungo nel tempo e quindi in salute.

L’olio ricavato dalla Nocellara rappresenta un prezioso alleato nelle diete, infatti è un’eccellente fonte di grassi mono e polinsaturi ad alta digeribilità, quelli che siamo soliti chiamare grassi buoni. Essi favoriscono una netta riduzione dei livelli di colesterolo, modulando il profilo lipidico dell’organismo, sono veri e propri amici della nostra salute. Nella giusta quantità, le olive Nocellara e l’olio con esse prodotto possono essere consumati anche da chi deve prestare attenzione alla dieta, da chi soffre di diabete o altre patologie.

Gastronomie

Il modo migliore per apprezzarne la qualità rimane quello di gustarlo a crudo, nella tipica ricetta prepagata con il pane nero di Castelvetrano, o per minestroni, passati di verdure, nelle insalate. Ideale su pesce crudo, in particolare su Cernia, Gambero rosso di Mazara, Tonno e Pescespada, su zuppa di molluschi, su primi profumati mediterranei e in generale su piatti a base di pesce;

in cottura invece è prelibato per la preparazione di salse, arrosti sia di carne che di pesce ma anche per le fritture, poiché il suo punto di fumo è più̀ alto rispetto agli altri oli.

 

Sai quanto CO2 assorbe un Oliveto? 🌳

L’ulivo è il più potente fissatore di CO2 esistente! Il progetto ECO2LIO ha definito gli uliveti dei “pozzi di carbonio”, ovvero agrosistemi in grado di assorbire più CO2 di quella che viene emessa nel corso della produzione dell’olio.

Con la sua carbon footprint, la produzione mondiale di olio è in grado di compensare le emissioni di gas serra di una città delle dimensioni di Hong Kong. 🌆